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giovedì 10 novembre 2016

Pillola rossa o pillola blu?

Ho sempre pensato che non possano coesistere due estremi.
O è bianco o è nero. O è giovane o è vecchio. O è bello o è brutto.
Ho sempre pensato che l’indecisione si limitasse a cose tra loro simili, come le sfumature di un colore, il dosaggio del sale nei cibi, la destra o la sinistra nella politica moderna.
Oggi però alla soglia dei trenta mi ritrovo a virare drasticamente su nuove prospettive. Mi spiego meglio.
Molto di ciò che ci circonda se inquadrato in un’ottica razionale è statico: Il vento è sempre il vento, il cielo è sempre il cielo, il tramonto è sempre il tramonto.
Essendo statici dovrebbero generare sempre le stesse percezioni, trasmetterci sempre le stesse sensazioni.

Eppure non è così. E qui nasce la mia riflessione.
Perché un cielo stellato una sera può spingerci a sognare e la sera dopo ha il potere di farci sentire immensamente minuscoli e fragili?
Perché un vento d’autunno può emozionare e un vento d’estate può infastidire?
Perché un tramonto può far sognare e spaziare con la mente a tal punto che solo un quarto d’ora dopo, quello stesso tramonto, può mettere sconfinata malinconia?
Quanto è davvero statico ciò che ci circonda?
È difficile trovare le giuste risposte a questi interrogativi. Forse impossibile in alcuni momenti della nostra vita. Però una piccola personalissima idea me la sono fatta e sono qui a condividerla con voi cari lettori.
La realtà è esattamente come noi la creiamo. È questo il super potere riservato agli uomini.


Non c’è nulla di statico, non c’è chi dà e chi riceve. Non ci sono server e client, non ci sono ripetitori e antenne, non ci sono insegnanti e alunni.
Siamo noi il mondo, siamo noi a creare il mondo, siamo noi a creare la realtà che ci circonda.
E allora sì che la vita è bella e brutta. E allora sì che facendo sempre le stesse cose posso essere un giorno dannatamente euforico e un giorno incredibilmente assente. E allora sì che posso sentirmi giovane e vecchio nel giro di poche ore!
Non è facile convivere con questo super potere, ma è nostro, ci appartiene, sta a noi farne buon uso.
Pillola rossa o pillola blu? Che gran visionario.

Buona vita.

giovedì 3 novembre 2016

I 10 professori che incontri al liceo

Una vita nel liceo da studente e poi da docente mi ha permesso di vedere la varia umanità che ogni mattina siede dietro la cattedra per infondere conoscenza (si spera) nelle menti assonnate degli alunni. A parte i professori che sanno il fatto loro, esistono anche dei personaggioni che meritano di essere menzionati in questa Wall of Shame. Vorrei poter dire che siano tutti frutto di un mio trip alcolico ma purtroppo non è così infatti molte delle categorie che sto per elencare sono ispirate da docenti che o sono in pensione o che ancora esercitano traviando i poveri studenti.

Iniziamo con quella figura storica che dovrebbe essere già rinchiusa in una casa di riposo ma che alla veneranda età di quasi un secolo è ancora dietro la cattedra a combattere con la propria demenza senile. La cariatide è ancora legata alle tecniche della Montessori mentre la maggior parte degli alunni naviga già in 3.0; forte dell'avanzata cecità/sordità del docente in questione, tutta la classe ne approfitta per organizzare tornei di briscola e rave party. Tutta, tranne gli sfortunati della prima fila al centro che non solo devono sorbirsi i vaneggiamenti di un povero vecchio ma che, a causa di una dentiera traballante, devono farsi una doccia di saliva ad ogni S o P pronunciata.

Poi abbiamo lei, la vamp, che si atteggia a modella indossando vestitini attillati e scarpe con il tacco vertiginoso. Sarebbe pure una gioia per l'alunnanza maschile se non fosse che per fisico o per età diventa una cosa orribile alla vista. La si vede aggirarsi per i corridoi con un incedere da passerella ma dal passo insicuro; crede di essere come una Valeria Marini ed in effetti lo è ma in versione nature da Grande Fratello VIP.

In contrapposizione alla vamp abbiamo la professoressa da hot line, non per forza procace ma con quella voce molto calda e suave capace di far sollevare anche il PIL dell'Italia. Durante le sue lezioni è possibile osservare come anche i casinisti più efferati seguano in religioso silenzio; tuttavia (e credetemi) nelle loro menti non troverete l'immagine dell'Orlando furioso che in sella al suo destriero va a salvare la propria amata, quanto altri tipi di cavalcate molto meno poetiche ma pur sempre epiche.

Passiamo ora ai professori di quella che può essere considerata l'unica materia amata dagli studenti: educazione fisica. Di essi si riconoscono due categorie ptincipali. Il primo che vedremo è il rattuso: solitamente si presenta trasandato e sudicio mentre il suo fisico da organizzatore di Pasquette fa dubitare che abbia mai fatto Scienze Motorie in vita sua. Le attività si dividono per sessi: i ragazzi da una parte a giocare a pallone, le ragazze con lui in palestra a fare esercizi durante i quali, con zelo ed amorevole cura, preoccupandosi della sicurezza delle fanciulle in questione allunga le mani sulle loro "parti morbide" per sorreggerle durante salti e capriole.

D'altro lato invece c'è il macho, idolo delle studentesse e sogno proibito delle sue colleghe (lui lo sa e giornalmente le riempie di complimenti). La sua missione è far lavorare gli alunni per rendere i loro fisici il più possibile performanti, consapevole che il suo è la perfezione. Corse estenuanti attorno l'edificio, flessioni e allenamenti in sport che conosce solo lui e gli appassionati saltuari delle olimpiadi. I ragazzi stoicamente faticano, le ragazze, a rischio collasso, non mollano per non fare brutte figure davanti al loro eroe mentre il professore macho prende i tempi con il cronometro pagato con tre mensilità. Talvolta la sera si può vederlo impegnato in incontri clandestini con la professoressa da hot line.

Una figura che è sempre presente in ogni scuola è il cinico, spesso un individuo XY, di solito un matematico. Sa che la sua materia è particolarmente difficile e nonostante questo rimane indifferente alle manifestazioni di sconforto dei propri alunni. A volte prova un senso di appagamento nel distribuire insufficienze che solo la risoluzione al primo colpo di una equazione differenziale di terzo grado a cinque incognite gli può dare. Gli studenti lo sanno ed evitano di fargli qualsivoglia richiesta: assemblee, ripetizioni, volontari e rinvii di verifiche saranno sempre accolte con un suo "no" detto con divina superiorità.

Non tutti i professori sono preparati e ferrati nelle proprie materie; a volte capita che arrivi qualche supplente che nella vita fa tutt'altro mestiere e che venga chiamato in extremis per insegnare qualcosa. Lo chiameremo "ingegner cane" ed è quello che non sa fare nulla di diverso da ciò che ha nei suoi appunti. Semmai dovesse avventurarsi in argomenti non trattati nei suoi quaderni lo vediamo iniziare a sudare freddo e inventare robe a caso, salvo poi assoldare il secchione della classe a fare le cose al posto suo. Nel caso di esercizi di matematica che non gli riescono, possiamo osservarlo compiere magie del genere: "al posto del + mettiamo -  e invece di 4 il 3; l'esercizio è uscito!".

Le sue urla riecheggiano non solo per i corridoi ma anche per l'eternità. La voce stridula dai decibel improponibili e l'incazzatura facile sono i tratti caratteristici della professoressa isterica. Non hai studiato? Lei urla. Hai respirato più aria del solito? Lei sfolla. Usi più di due penne per prendere appunti? Apriti cielo. Le basta il minimo input per dar sfogo ad ogni sua rabbia repressa nei confronti dei poveri alunni.

Concludiamo questo scorcio di varia umanità con i due prof che possono ritenersi gli antipodi. La prima figura è la più terribile e temibile, sembra uscita da un rapporto incestuoso tra un generale nazista e la Signora con la falce. Prima del suo ingresso, in classe scende il gelo: malori e terrore pervadono gli alunni e le loro misere vite scolastiche sono appese ad un sottile filo. La mietitrice entra in classe e inizia la strage; siede alla cattedra e analizza i propri registri; non si sa se vuol spiegare o interrogare e il panico si affetta con un coltello. D'altro canto invece c'è lui, il professore giovane; è da poco che è passato dall'altra parte della cattedra e sa come funziona il mondo degli alunni. È della generazione dei PC, della Play Station e di Dragon Ball e si tiene aggiornato sugli ultimi trend in voga. Nonostante il rapporto con gli alunni sia "amichevole", il troll è sempre nell'aria e li rimette in riga con nonchalance e un tocco di originalità. Si definisce severo ma misericordioso e spesso lo si può vedere nei campetti di periferia a giocare a calcetto con i suoi alunni o in birreria la sera ad insegnare la biochimica delle fermentazioni. Voci di corridoio dicono che il suo hobby sia di escogitare verifiche subdole e scrivere su un blog le cazzate che legge nei compiti in classe, ma io non ci credo: sono solo leggende metropolitane!

Dedico questo post ai miei alunni che mi hanno ispirato nel ricercare tutte le categorie elencate e che mi hanno fornito le foto. Voi quali prof avete avuto? Aspetto nei commenti anche altre categorie!!

PS: ogni riferimento a persone o avvenimenti non è per niente casuale!