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El Sabinal, l'albero simbolo di El Hierro |
Dovevamo decidere una meta alternativa e dato che a nord era troppo freddo, abbiamo deciso di spostarci verso sud. Una rapida ricerca su internet ci ha svelato i due punti più a sud d'Europa: uno in Grecia (parlando di Europa continentale) e uno alle Canarie (se si tiene conto anche delle isole del nostro continente); ovviamente, puntiamo all'arcipelago che si bagna nell'Atlantico.
In particolare, il punto più a sud, si trova nell'isola di El Hierro, la più piccola e meno conosciuta (turisticamente parlando, e questo già bastava per convincerci) di tutte le Canarie. Essa però era talmente ricca di posti incantevoli e di cose da fare che da subito non vedevamo l'ora di partire.
Per vedere meglio le foto, basta cliccarci sopra (anche da mobile).
ATTENZIONE: se non vi va di leggere il diario di questa avventura giorno per giorno, andate direttamente a fondo articolo dove troverete le impressioni di viaggio in cui capirete perché il prossimo biglietto aereo da fare sarà per El Hierro!
PRIMER DÌA
Tralasciando i dettagli del volo (dico solo che abbiamo fatto un Brindisi - Tenerife Nord con scalo a Barcellona) inizio il mio racconto la mattina del primo giorno. Era ancora buio e fuori imperversava un temporale di vento e acqua; il collegamento da Tenerife a Valverde (il piccolo aeroporto herreño) era a bordo di un ATR-72, aereo a elica famoso per non essere il re della stabilità. Cercando di farci coraggio ci scofaniamo mezzo bar dell'aeroporto: appesantendoci avremmo contribuito a stabilizzare l'aereo e nel peggiore dei casi saremmo morti sazi. Arriva il momento dell'imbarco ed entrando nel velivolo ci colpiscono due particolari, il primo è che non potevamo stare eretti perchè sennò sbattevamo al tettuccio, il secondo è la bellezza delle hostess... questo ATR infondo ha anche lati positivi! Il volo è stato tutto sommato confortevole e nonostante il vento laterale al momento dell'atterraggio, non ci sono stati grossi problemi.
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Il nostro ATR-72 |
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El Hierro visto poco prima di atterrare |
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Nuestra Señora de la Conception, interno |
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Nuestra Señora de la Conception, esterno by night |
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Charco Manso |
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La meravigliosa acqua turchese di El Hierro |
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Pozo de las Calcosas |
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Las Calcosas |
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Un pazzo Pier Mastro su un arco di scoglio |
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L'hotel Punta Grande |
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Roque de Salmor vista dal Mirador de la Peña |
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Concludiamo la visita alla costa ovest rilassandoci con un gin tonic nei pressi del Charco Azul. Da qui saliamo verso Los Lanillos per prendere possesso del nostro alloggio notturno e cenare in un guachinche: storicamente erano delle cantine o taverne improvvisate in cui si poteva bere il vino prodotto dal proprietario assieme a piatti della tradizione canaria. Noi ci siamo fermati presso "Guachinche Frontera", posto molto caratteristico, dove il ragazzo che ci ha accolti (proprietario, cuoco, cameriere e piccinnu della conza), ci ha preparato il formaggio piastrato con sopra il mojo e una paella alla catalana (si, lui è catalano); satolli e appagati ce ne andiamo a dormire.
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Interno del Guachinche Frontera (se volete la pwd del WiFi poi ve la passo) |
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Il chiarissimo menù |
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Queso asado y mojo (a sin) e la paella alla catalana (a dx) |
Il nostro itinerario faceva iniziare il secondo giorno con una trekkata sul Pico Malpaso ma le condizioni meteo ci hanno fatto desistere; oggi avremmo comunque aggirato il pizzo estremo per dirigerci verso il Mar de la Calma. La strada che ci ha portati nel versante sud non è propriamente comoda, si sale lungo i costoni di varie colate laviche seguendo un tragitto in salita e con ripidi strapiombi a bordo strada. La prima tappa di oggi è la spiagga del Verodal, spiaggia con della grossolana sabbia di origine vulcanica e dal tipico colore rosso. In realtà c'era stata una recente frana e l'accesso era interdetto ai pedoni ma ci siamo avventurati lo stesso per fare delle foto da vicino. Il vento era ancora molto forte e abbiamo evitato di fare il bagno.
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La strada perigliosa |
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Accanto alla corsia, il nulla |
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Playa del Verodal e la sua sabbia rossa |
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Particolare della sabbia del Verodal |
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Pozo de la Salud |
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La strada che porta a El Sabinar |
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Santuario de Nuestra Señora de los Reyes |
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Uno dei tanti ginepri modellati dal vento |
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Faro de Orchilla |
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Stava sul pizzo di una montagnetta che ho scalato appositamente, non so perché e non so cos'è! |
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Monumento al Meridiano Cero |
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Seduto sull'ultimo scoglio dell'estremo sud d'Europa |
TERCER DÌA
Sveglia presto, colazione abbondante e via di nuovo al Tacoròn armati di asciugamano e costume da bagno per immergere le nostre pingue membra nelle fredde acque dell'Atlantico. Per scendere verso sud decidiamo di costeggiare dapprima il versante orientale dell'isola dove abbiamo potuto ammirare la Roque de la Bonanza, un faraglione monumentale che ricorda due animali in lotta tra loro, e poi di spaccare l'isola salendo per un sentiero tanto ripido quanto stretto. Abbiamo potuto ammirare il golfo de las Playas dall'alto, attraversando un villaggio rurale davvero caratteristico. E in tutto ciò la piccola Hyundai i10 ha dato prova di stoicità e stakanovismo!
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Roque de la Bonanza |
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La spiaggia nera del Tacoròn |
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Tacoròn, grottina con granchi rossi e patelle |
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Un tuffo nell'Atlantico |
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Il porticciolo de La Restinga |
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Io, Davide, il ristoratore e il pejeperro (in ordine sparso) |
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Il piccolo aeroporto di El Hierro visto da lontano |
Il nostro tour herreño ci ha lasciato una marea di impressioni positive e si aggiunge prepotentemente nella top 5 delle mete in cui tornare. I vantaggi del visitare quest'isola amena sono molteplici: innanzitutto è piccola, ben collegata (in pochi minuti si può andare da un estremo all'altro) e si può girare comodamente tutta in pochi giorni e nonostante questo offre un sacco di cose da fare e vedere. Se si è appassionati di trekking, inoltre, l'intera isola è totalmente attraversata da sentieri ben segnati e per ogni livello di difficoltà. Gli elementi naturalistici sono altamente caratterizzanti e sorprendenti, assolutamente da vedere! Se invece cercate movida ed elementi di divertimento notturno come ciò che si sente per Tenerife o per le più grandi isole Canarie, lasciate stare: andate a fare lo schifo altrove. Altro vantaggio è la scarsa presenza di turismo molesto (e la quasi totale assenza di quegli italiani che purtroppo all'estero spesso danno il loro "meglio"). Parlando dal mero punto di vista dell'economia, il costo della vita è basso e con pochi euro si mangia benissimo, si beve da Dio e si dorme ad alti livelli; la benzina poi è al di sotto dell'euro al litro. Il clima è tropicale e anche se trovate vento o brutto tempo, sul versante opposto al vostro troverete invece condizioni meteoclimatiche ottimali (grazie alla presenza a centro isola del Pico Malpaso e ai suoi 1500m di altezza). La gente del posto è amichevole ed accogliente e anche se non parlate altre lingue all'infuori della vostra, sanno capirvi e aiutarvi. Gli svantaggi sono pochissimi e collegati più che altro alla morfologia dell'isola: vi sono alcune strade poco praticabili con normali utilitarie ma solo con le 4×4 (o la nostra povera i10). Altra particolarità riguarda gli uffici postali: essi hanno orari particolari in quanto spesso trattandosi di piccoli paesini gli impiegati si spostano tra questi nella stessa giornata. Per il resto non abbiamo avuto nessun motivo per doverci lamentare.
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La Roque de Salmor all'orizzonte da Punta Grande |