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mercoledì 7 febbraio 2024

L'alunnanza più pazza del mondo

Il nuovo anno scolastico inizia su due sedi; pochi chilometri di distanza ma alunnanza diametralmente opposta. Questo però non mi ha impedito di raccogliere, da ambo le parti, un compendio di castronerie degno di questo blog. Come sempre, per leggere le altre edizioni basta cercare nella sezione "professori del futuro". Pronti? VIA!!


Le piastrine producono il glucosio. (fotosintesi sanguigna)

La fermentazione dell'acqua. (il nuovo film di Guillermo del Toro)

La mia pianta si sta ammortendosi. (mi ammortisco anche io sentendo ste cose)

Le mucche producono il glucosio. (questo deve essere parente a quello di prima)

I pesci hanno le branchie e trasformano l'acqua in ossigeno. 

Nelle galassie ci sono milioni di abitanti. (e hanno scelto di stare tutti sulla Terra)

Gli aerei volano nella strobosfera. (disco airlines)

Cuneo si trova a 2 ore di strada dalla Puglia. (come si spostano le placche e nemmeno ce ne accorgiamo)

Gli zuccheri svolgono un lavoro di energia.

I grassi insaturi derivano dalle pianure. (no, basta, me ne vado a Cuneo)

La salsedine viene quando ci abbronziamo. (come l'appettito mangiando, uguale)

La capitale della regione è Omonima. (giuro, credeva si chiamasse proprio così)

La Puglia è ricca di tradizioni cucinarie. (si mangia davvero bene)

I pianeti hanno un'atmosfera ellittica.

"Prof, mettimi un 6 napoletano." (un 6 rubato, in pratica?)

Quando l'acqua bolle si inizia a sentire un rumore, come l'acqua che bolle. (Lapalisse ti spiccia casa)

L'Isola di Pasqua si trova nel mar Mediterraneo. (ha studiato assieme a quello di Cuneo)

La nostra pressione è maggiore di quella dell'atmosfera. (specie quando mi fanno arrabbiare)

Meteore, bàuli e meteoriti. (cadono pandori)

Le steppe mongolesi. (non voleva offendere)

I globuli rossi sono cellule nucleari. (mi esplode il sangue nelle vene)

La più profonda è la Fossa della Marmotta. (e le Marianne confezionano la cioccolata)

La vena baklava sinistra. (quando hai il sangue dolce)

Le ghiandole labbrali. 

Le maree si formano con l'attrazione delle nuvole. 

La Terra si divide in Equatore Nord ed Equatore Sud. (lo svincolo è il secondo dopo il casello)

Il vulcano è fatto da un accumulo di prelievi. (ecco dove buttano le provette quelli dell'ASL)

Le galassie sono a spirale, a scudo ed elettriche. (inquinano meno)

Le comete sono fatte da ghiaccio e poliestere. (non ci sono più le comete di una volta)


Ed infine la rubrica delle parole storpiate:

La CRISTALLAZIONE (cristallizzazione)

NETTURNO (Nettuno di notte)

Filo di PLUTÌNO (platino)

Una LÌPOTA (un'aliquota)



domenica 12 novembre 2023

Il cuore della notte

Il cuore della notte è quel tempo intimo e riservato.

Un tempo dove demoni attesi bussano alle porte dell'anima, ora che sentinelle chiamate lavoro e distrazioni hanno terminato il proprio turno. 

Resti lì, nel buio, solo e indifeso, ora che i filtri per vivacizzare i colori sono inutili come pinne del deserto, senza bugie da raccontare a se stessi.

Cerchi conforto nel pensiero di autogrill sempre aperti, delle onde del mare che non interrompono il moto perpetuo, di raggi di sole che da qualche parte del mondo baciano le guance di una bambina che si prepara per andare a scuola. 

Non è semplice, la notte scura è una porta ampia e spalancata, visitatori del passato e pensieri dell'eterno sono lì per te, e che tu lo voglia o no, sei lì a offrire loro del tè, silenzioso ascoltatore, remissivo interprete, passivo interlocutore. 

Si rivivono con dovizia di dettagli momenti speciali, metaversi di vite alternative ti avvolgono, sensazioni pungenti come aghi si alternano a sorrisi amari e inaspettati.

E poi ancora la vita, gli anni che passano, l'insoddisfazione perenne, gli interrogativi senza risposte. 

I dubbi su una giovinezza mai vissuta.

La percezione di anni perduti in preda ad una spiacevole sbornia.

Impreparati e senza manuali su come vivere l'oggi. 

Nel rifiuto del domani. 


Resti in silenzio, aspetti che il sonno, fedele maggiordomo, richiuda le porte della coscienza, e riproponga un nuovo mattino, dove i manuali non servono. E il domani è un tempo sconfinato.

Fino al prossimo imbrunire.




martedì 20 giugno 2023

Ogni Scarambone è bello a mamma soja: risate di fine anno

Ed ecco al consueto appuntamento di fine anno scolastico con le svarionate dell'alunnanza più pazza del
mondo! Come sempre, se volete leggere e rileggere tutte le passate edizioni vi basta cliccare sulla sezione "professori del futuro". Ed ora, via alle risate:

L'atmosfera preme in tutte le direzioni, ecco perché non ci schiantiamo mai. (la sicurezza prima di tutto)

Gli aerei volano nella motosfera. (per ovvie ragioni gli alianti, no)

La molecola di anidride carbonica CO2 diventa "il carbossigeno due".

L'APPwelling si trova su Google? (quando upwelling è troppo da boomer)

La verifica che non ti aspetti, o forse si...

"Il prof. è stato a Vièstici" (si, tra Vieste e Peschici)

La Terra è chiamata anche pianeta acqueo.

L'effetto serra ci fa respirare. (Greta, impara!)

I venti possono essere costanti, variabili e INTERROTTI. 

Il pane viene cotto in forni in pietra o in legno. (per una cottura più intensa)

I cavalli al pomodoro. (i cavatelli per carnivori)

"Il clima della Terra non l'ho trovato".

Misura solo 5 minimetri.

Plastiche derivanti da meteoriti da pesca. (i dinosauri erano solo pesci da frittura)

Gli animali terreni.

Non avevano le scope addette. (disgraziette maledette!!)

I pesci si incastrano tra di essi e muoiono. (orge mortali)

D: Quale frutto vi ricorda? R: Le stelle marine!

Il dito medio è il premolare della mano. (filosofia odontotecnica)

Il vulcano sputa nuvole. (speriamo non piova lava)

Il canale della Monica. (onlyfans subacqueo)

"Secondo me è un'ottima pietra sia da avere come vaso che come muro". (mi fido)

Fe è ferro, Mg è magma. (elementi fantastici e dove trovarli)

Il travertino è una roccia molto romana. (a noi!)

L'acqua non ha calorie perché non è calda. 

È di forma segàle. (non so e non voglio sapere)

L'epicentro è il primo punto in superficie che spacca l'energia. (se spacca il secondo è pure puntuale)

Le rocce che si formano da altre rocce sono gli scogli. (seh, vabè)

La cellula ovaiosa. (e la gallina ovaiola)

La gallina è l'animale più domestico di oggi. (ha iniziato Banderas al Mulino Bianco)

Scala Mercalli e scala ICTUS.

Il VULCANESISMO (vulcani e simi assieme)

Si spostano sismiche all'incedere di un sorrente. (il serpente/torrente)

Non ci sono laghi in Puglia perché non ci sono accumuli di terreno. (viviamo sulla dura pietra)

L'umanità è la presenza di acqua nell'atmosfera. (it's raining men)


Ed ora la sezione "dislessia portami via":

LESSUMBERGO (Lussemburgo)

Rocce MAGNATICHE/MARMATICHE (magmatiche)

Rocce IGENEE (ignee)

PIROSEGNI (pirosseni)

Aquila PANATA (pennata)

martedì 24 gennaio 2023

Il trimestre salentino: ancora risate dall'alunnanza

Si ritorna in terra natìa ma non si perdono le buone abitudini; non avrò più le aule vista mare ma anche qui ho trovato le perle di "insaggezza" che tanto divertono me e voi lettori. Ecco le migliori di questo trimestre:

D: Quali sono i corpi celesti? R: I puffi!

I vegetali sono animali che mangiano le piante. (scene di confuso cannibalismo)

D: Quali sono delle sostanze solubili? R: il ghiaccio e il gelato

Gli asteroidi troiani. (eh, sono molto antichi)

L'orbita dei pianeti forma un Ulisse. (forse è più appassionato di epica che di astronomia)

Mercurio è la Terra più vicina al Sole. 

Le stelle più importanti della costellazione dei Gemelli sono CASTORO e POLLICE.

Gli anelletti al forno sono un ottimo piatto grazie agli anelli. (il signore degli anelletti)

 Si possono noleggiare i kayakki. (il plurale non è una scienza esatta)

I pianeti gioviani sono GRASSOSI. (specie dopo le feste)

Le persone vivevano come cacciatori di nomadi. (erano più nutrienti dei duran-duran)

Chiudi quella bocca quando MASTÌCCI.

La luna può essere a volte piatta. (princìpi di lunapiattismo)

Sulla luna ci sono colline e buchi. (tipo le strade a Copertino)

Il Sole si trova tra uno dei due fianchi. (esagerato col panettone?)

Allora, se prima io c'ero, ero grande. (mi arrendo...)

I fenomeni atmosferici sono: pioggia, vento, neve, montagne. (i saaaassi, le luuci)

I pianeti GIOVIGNANI.

Le aurore BORELALI.

L'acqua disinstallata. (se devi stirare e l'hai finita, basta installarla dallo store)

Poi si CAPOLGE la lattina.

Si mette un pelo d'acqua nella lattina.

I pianeti GEOTERMICI.

Il pianeta ha un'orbita ellittica e il Sole occupa uno dei due funghi.

Se un pianeta è più lontano dal Sole, va più lontano. (e non suda)

venerdì 8 luglio 2022

Le ultime risate peschiciane


La famosa inquinazione di cui tutti parlano

E così siamo giunti alla fine di questi 3 anni in terra garganica. Il bilancio è sicuramente positivo: ho conosciuto tantissima brava gente, colleghi meravigliosi e tanti alunni a cui mi sono affezionato. Qui a Peschici lascio un pezzo di cuore ma sono sicuro che non sarà un addio definitivo, ogni tanto ritornerò per salutare chi mi ha accolto come un parente che viene da lontano. 
Quest'ultimo anno scolastico, nonostante il Covid-19, è stato fatto quasi tutto in presenza e questo mi ha permesso di raccogliere per voi queste meravigliose perle di "insaggezza" che racchiudono anche i botti finali dell'Esame di Maturità! (Come sempre, per leggere anche le castronerie degli altri anni, basta cliccare su "Professori del futuro"). 


La digestione nasale. (Che?)

Le rocce sentimentali. (non hanno il cuore di pietra)

D:Quali sono gli alvei dei fiumi? R: Le mangrovie. (troppo cerume per sentire bene la domanda)

Sotto al polo sud c'è una città. (nn cielo dikono!1!!11!!)

Il glucosio è posseduto nelle piante. (l'esorcista)

Gli zuccheri sono quegli elementi che permettono ai carboidrati di nutrirsi. (cannibalismo di un altro livello)

I carboidrati forniscono un apporto proteico. (pure la dieta si dissocia)

Il lago non riesce a riscaldare i rifiuti nucleari. (non voglio sapere perché)

I venti sono: libeccio, tramontana, MAGISTRALE.

Esistono 3 tipi di riproduzione: sessuata, asessuata e pragmatica. (per la coppia che non ha tempo da perdere)

Le spore si trovano nei re. (appassionato di cruciverba)

La foce a delta e la foce a MESTRUARIO. (quando sfocia una volta al mese)

Brezza TERRIERA.

I pezzi di cromosoma sbattono. (bostik e passa la paura)

I cromosomi si dividono in 2 negli epilettici. (pericci)

In Africa non c'è acqua e quindi il mare è salato. (no, vi giuro... non si drogano)

Nei reni troviamo il PACHIDERMA. (calcoli grandi quanto un elefante)

I molari sono TRIBULARI. (io boh...)

A causa del buco nell'ozono i ragni in Australia hanno il cancro. (eeeeh....)

Il leone delle corne primitivo.

Il diavolo della TRANSILVANIA. (Tasmania era troppo lontano)

Si riproduce mangiando l'uovo. (donne, attente quando mangiate le frittate)

Nella fermentazione il glucosio viene diviso in microrganismi. (i famosi batteri del vino)

Le olimpiadi nascono SUL monte Olimpo. (in cima proprio, faceva più fresco)

Il cittadino votatore. 

Le persone sedimentarie. (se resti troppo fermo poi diventi un sasso)

Il Presidente della Costituzione. (lo eleggiamo il prossimo anno)

Colpisce le donne dopo l'età anziana.

Il DNA si trasforma in un procariote. 

Il quinto anno abbiamo visitato la fauna di Calenella (tutti veterinari)

Pirandello ha avuto un insegnamento sin da piccolo. (la cultura è importante fin da giovani)

Oliver Twist went to London and INCONTRED his friends.


Ed infine le parole storpiate:


GLICOSIDIO (glucosio)

GALASSOSIO (galattosio)

ALL' DI FUORI

L'ABBULIMIA 

La DISPERAZIONE cellulare (respirazione)


domenica 7 marzo 2021

Sanremo 2021 - Alcune considerazioni

Non poteva essere un Sanremo come (e migliore) delle passate edizioni, e non lo è stato in effetti, ed è un primo grande segnale da parte di un popolo meno propenso (ma non necessariamente meno bisognoso) alla leggerezza e alla spensieratezza.

Con questo mio inizio voglio da subito mettere in chiaro la mia posizione sul tanto discusso calo di ascolti, era illogico non aspettarselo, io stesso ho seguito solo alcuni spezzoni delle cinque serate, complice anche l’orario di chiusura fuori da ogni logica sociale e lavorativa.

Che Sanremo è stato? Beh è una domanda alla quale è difficile rispondere su due piedi e in maniera univoca e la motivazione è l’altra domanda immediatamente correlate che ne segue: Con che spirito e con quale approccio arriviamo a recensirlo?

Ma mettiamo volutamente da parte l’approccio palesemente e pesantemente condizionato dall’anno appena trascorso nell’affrontare la vita di tutti i giorni, compresi i momenti goliardici e gli spettacoli di intrattenimento, come il festival, e facciamo finta che il mondo abbia continuato a cullarci e a proteggerci in una meravigliosa comfort zone, dove le aspettative partono da memorie salde e i brividi più vibranti vengono da prevedibili attimi di imprevedibilità.

Il primo aspetto degno di nota è l’assenza del pubblico, che ha reso surreale lo spettacolo, decretando per gli scettici e rimarcando per gli addetti ai lavori quanto la presenza fisica degli spettatori sia il vero stimolo motivazionale non solo per gli artisti, ma anche e soprattutto per presentatori e ospiti intrattenitori. La sensazione talvolta è stata di una sorta di autogestione, con l’improvvisazione a far da padrone, talvolta forzata e che sicuramente ha tolto spazio alla ricerca di quel perfezionismo che solo la presenza e gli sguardi del pubblico in sala possono contribuire a raggiungere.

L’esuberanza di tutti gli ospiti invitati se da un lato è apprezzabile e danno colore e pepe alla serata, dall’altra fanno un po’ venir meno l’idea di quanto calcare quel palco sia impegnativo ed emozionante, e a poco è valso ripetere il contrario, mimiche e portamenti trasmettono più di proclami e riflessioni. Forse l’unico a non essersi accorto della mancanza di pubblico è stato il caro Federico Lucia, in arte Fedez.

Veniamo ora alla co-condunzione (si, al di là del premio città di Sanremo, che il direttore artistico Amadeus ha consegnato alla sua “spalla” Fiorello, per me quest’anno ci sono stati 2 conduttori sullo stesso piano).

Fiorello, magnifico, artista completo come pochi in Italia e che quest’anno ha raggiunto anche quella maturità come uomo e come professionista che non lo hanno fatto risultare mai esagerato o fuori luogo, andando così a perfezionare forse l’unica pecca del passato, ossia qualche uscita capace di generare qualche piccolo imbarazzo.

Amadeus. Bene, qui è necessario qualche piccola riflessione supplementare. In generale, direi che ha svolto bene il compitino raggiungendo, seppur un po’ a fatica, la sufficienza.

Tra gli aspetti più convincenti la formula utilizzata, con i siparietti di Zlatan, le “vallette” sempre diverse e per tutti i gusti, Fiorello libero di dire e di fare, gli ospiti italiani (e non poteva essere diversamente) che sicuramente hanno contribuito a dare dinamismo (particolarmente apprezzato specie quando non è sfociato nell’autogestione di cui sopra).

Ma Amadeus quest’anno ha palesato almeno due aspetti poco felici; il primo è la mancanza di quella disinvoltura nel tenere il palco e gestire le situazioni fuori copione, credo che non sempre sia stato sufficiente ridere e battere le mani, e non sempre può arrivare Fiorello a salvarti. Ho trovato, ad esempio, poco carico spostare la valletta con in mano il premio, solo perché non posizionata a favore di camera, toccandole le spalle scoperte con le mani (e il protocollo covid?), cosi come ho trovato di cattivo gusto trattare Alberto Tomba come un bambino da imboccare solo perché non ha eseguito la presentazione con voce e postura solenni. Un direttore artistico del festival non è il capitano di brigata di Masterchef, che quando le cose vanno male, preso dall’ansia, va in prima persona a friggere o a decorare le torte. Mi sarei aspettato maggiore disinvoltura e controllo.

Il secondo aspetto, più sottile, ma non meno importante, è una certa rigidità su temi come uguaglianza e parità dei sessi, e come dire, visto anche le polemiche dello scorso anno sul “passo indietro”, forse le origini palermitane e quindi un retaggio culturale di un certo tipo si fanno ancora sentire. Naturalmente lungi da me dal definire il meridione sessista e discriminatorio, anzi, ma la figura della donna fino a qualche anno fa era in effetti considerata inferiore. Perché chiamare Damiano, frontman dei Maneskin, alla consegna del premio e rifiutarsi quasi di consegnarlo alla bassista? Perché consegnare i fiori solo alle donne, e se fatto per galanteria, perché cambiare rotta strada facendo? E tutto questo nell’edizione probabilmente più trasgressiva e anticonformista della storia.

Su Achille Lauro mi riservo di pensarci ancora, la mia filosofia di vita è che più si rimarcano le cose, più si elogiano le nuove conquiste, meno si raggiungono nel concreto. Sicuramente sono stati momenti importanti, di grande impatto, che fanno discutere nel bene e nel male e per le logiche televisive questo va sempre bene. Tematiche importanti, segnali di uguaglianza, parità di genere, esaltazione della diversità, “Dio benedica chi se ne frega”, tutto bellissimo, ma perché nel 2021 ancora se ne parla?

Se veramente avessimo raggiunto quella elevazione culturale, della quale noi paese occidentali ci vantiamo, non ce ne sarebbe bisogno, ma forse ha ragione lui, in fondo siamo ancora a parlare di nord e sud, di porti aperti e di family day.

Ibrahimovic autoironico nella scelta della musichetta che preannunciava il suo arrivo e nel personaggio che ha costruito sui social e ha portato sul palco. Forse un filo ripetitivo, ma comunque gradevole. Probabilmente in questo festival è venuto finalmente fuori anche il suo lato umano, che in qualche modo ci porta a vederlo con occhi nuovi.

Ospiti italiani dicevamo, scelta obbligata ma azzeccatissima, i Negramaro sono stati grandiosi, sono parziale ma credo sia oggettivo, sono una realtà meravigliosa, una band che sta scrivendo pagine bellissime della musica italiana. Il buon Umberto Tozzi che o lo vedi alla sagra di paese, o a Capodanno insieme a Raf, o a Sanremo va sempre benissimo. Laura Pausini, Alessandra ed Emma, tutti ospiti graditi e piacevoli.

Ornella Vanoni come sempre conquista tutti, per la sua carriera, il suo estro, le sue uscite tra imbarazzo e ilarità, fa tutto show, bravissima!

Veniamo agli artisti in gare, molti big erano oggettivamente sconosciuti ai più, ma questo ormai non fa più notizia da qualche anno, anzi, credo che molti artisti siano stati una piacevole scoperta. Vedi i buoni Colapesce e Di Martino con la loro Musica Leggerissima, una ballata talmente immediata che l’ho quasi stufata in meno di una settimana, ma meritatamente al quarto posto.

Una edizione forse leggermente sottotono nella qualità generale dei brani (questa ovviamente dipende dai gusti di ciascuno) ma che ha comunque regalato ottimi pezzi.  

Felice per il nono posto di Orietta Berti, che tra gaffe, vestiti improponibili e la sensazione che cantasse con la moca sul fuoco e il caffè pronto a uscire da un momento all’altro ha comunque rappresentato sul palco una generazione di cantanti che i nostri nonni hanno amato e già solo per questo la top ten è strameritata. Ancora un secondo posto per la bravissima Francesca Michielin, speriamo non ripercorra le orme di Toto Cutugno, e per il buon Fedez, che per l’innato istinto protettivo abbiamo tutti apprezzato visto lo stato di semi incoscienza nel quale ha versato per tutte le serate.

Bene Ermal Meta (ma non da vittoria), la debuttante Madame e molto bene Willie Peyote (la citazione al siparietto di Morgan e Bugo è poesia).

Deludono Francesco Renga, Bugo, Arisa e Malika, mi aspettavo sinceramente di più.

Concludo con i vincitori, i Maneskin. Al di là del sound, questi ragazzi sono stata la vera novità di questo festival, l’outsider che sorprende e che per la prima volta si prende la vetta!

Molto bello il loro duetto con Manuel Agnelli nella reinterpretazione di “Amandoti” di Gianna Nannini, in generale presenza scenica da fare invidia ai veterani, autentici animali da palcoscenico!

Felice per loro, di questi ragazzi ne sentiremo tanto parlare.



lunedì 21 dicembre 2020

Lettera a mia nonna

 Ciao Nonna,

 

cosa meglio di una lettera per raccontarti cosa sta accadendo "ai miei tempi".

Sono passati pochissimi anni da quando ci hai salutato per l'ultima volta, eppure ho la sensazione che non crederai mai a tutto ciò che sto per scriverti.

Ti ricordi quante amuchine per le corsie di quell'ospedale che purtroppo era diventato un luogo a te così familiare? E ti ricordi con quanta noncuranza la gente vi passava a fianco?

Ecco, quella sostanza contenuta in quei flaconi da circa un anno è diventata preziosa e indispensabile, ciascuno di noi ne ha litri nelle proprie case, in macchina, in ufficio, ovunque praticamente, e per lunghi periodi è stata addirittura introvabile. Al pari delle mascherine chirurgiche nonna, quelle che indossavano (neanche tanto) medici e infermieri, ricordi? Ecco, adesso le indossiamo tutti, ogni qualvolta usciamo di casa o entriamo in contatto con altre persone, fatichi a crederci vero?

Sai, un brutto virus è entrato di prepotenza a far parte della nostra quotidianità, un virus che fa stare tanto male... e che nelle persone anziane o con qualche patologia pregressa può addirittura risultare letale.

Un virus, come quello dell'influenza, ma che... toglie il fiato, fa tossire, debilita, come una brutta polmonite.

Un virus che... toglie e basta nonna, ci ha tolto tanto, a molti purtroppo ha tolto tutto.

Solo in Italia sono morte decine di migliaia di persone con o per il virus, decine di migliaia di famiglie sono rimaste orfani dei propri cari, centinaia di migliaia di lacrime sono state versate.

Ci è stata tolta la libertà di abbracciarci liberamente nonna, o di respirare uno accanto all'altro, proprio perché è così che il virus si propaga tra di noi.

Ci è stata tolta la libertà di uscire, per lunghi mesi c'è stato il "lockdown", lo so che è una parola strana... ma tradotta la stranezza lascia spazio alla tristezza, perché significa restare chiusi in casa senza poter uscire per nessuna ragione se non per fare la spesa. Ma ci pensi? Per lunghi mesi dicevo... chiusi in casa senza poter andare a lavorare, a trovare i propri genitori, gli amici, le persone care e le persone in difficoltà... sai nonna.... tantissimi ammalati si sono ritrovati soli nelle lunghe corsie di ospedali, cliniche e case di riposo, abbandonati più che mai al proprio destino, ad affrontare la morte da soli, e te lo dicevi sempre... quanto fosse terribile affrontare la morte da soli.

C'è stato il lockdown durante il quale ciascuno di noi si è ritrovato a fare i conti con le proprie fragilità, improvvisamente quella sensazione di immortalità e supremazia nei confronti di tutto ciò che ci circonda ha piano piano lasciato spazio a scoraggiamento e paura, ha portato molti di noi a chiudersi in sé stessi, a riflettere sulla nostra condizione, a interrogarci nel profondo sui concetti di vita, felicità, futuro, eternità.

Ci è stato tolto il lavoro, e con esso i sogni, le speranze, la voglia di immaginare ad un domani colorato di serenità.

Già cara nonna, non ci crederei nemmeno io se non lo avessi vissuto, se non lo stessi vivendo sulla mia pelle.

Eh si perché ormai è quasi un anno che questa brutta bestia vive e si diffonde tra noi, e non è cambiato molto dall'inizio dell'epidemia, anzi... i "numeri" (si nonna, ogni giorno ci vengono comunicati tanti "numeri", che abbiamo imparato ad accettare come tali, ma che nascondono battiti che lottano o respiri che si fermano) sono sempre impietosi, parliamo di migliaia di persone che ogni giorno si ammalano e centinaia di persone che ogni giorno ci lasciano.

Non c'è più il lockdown ma adesso ci sono i colori. Non quelli per colorare, magari, aiuterebbe tanto un po' di colore ora che a prevalere è un generale grigiore. Hanno pensato bene di colorare le diverse regioni di giallo, arancione e rosso, e in base al colore sono state prese misure restrittive via via crescenti, come non poter spostarsi da un comune all'altro o non poter uscire se non per motivi di comprovata esigenza.

Se ti stai chiedendo come si incontrano parenti e amici... beh non si incontrano, abbiamo imparato a farci bastare sentirci in chiamata o vederci in videochiamata.

E poi c'è il coprifuoco alle 22, ci credi? Proprio come le storie che mi raccontavi tu, quando imperversavano guerra e dittatura. Non ti preoccupare però, se vieni trovato per strada dopo quell'ora non vieni processato per direttissima, ma solo multato... però sai, abbiamo imparato anche questo, che sommato a tutto quello che ti ho raccontato, ti fa capire come paura e privazione siano ormai due concetti che fanno parte delle nostre vite, che abbiamo appunto imparato... e che adesso ci appartengono.

Abbiamo imparato dicevo... ma mai accettato. E credo che mai lo accetteremo. Perché quando non è il virus ad uccidere, sono le privazioni a farlo. Siamo sempre più stressati, tristi, nervosi per un presente che non siamo liberi di vivere come vorremmo e come potremmo. E cominciamo anche a interrogarci sul senso di tutto questo... sul senso di una vita vissuta in questo modo, sul futuro che mai come adesso pare a giorni incerto, in altri inesistente.

Dobbiamo farci forza, lo so, mi diresti di affidarmi a qualcuno molto più in alto e più grande di noi, e lo sto facendo, stai tranquilla nonna. E so che passerà, prima o poi passerà e torneremo a riabbracciarci, a sorridere occhi negli occhi con chiunque, senza brutte mascherine che nascondono i nostri visi.

Sai, mi sono ricordato di quando da piccolo mi portavi quelle bellissime letterine di Natale, forse è proprio da quel ricordo che ho pensato di scriverti una lettera, una lettera da appendere all'albero di Natale o perché no, magari all'albero della vita, perché quale periodo migliore per rinascere... se non il Natale?

 

Ciao nonna, ti abbraccio forte forte come nei sogni nei quali spesso ci incontriamo e che mi fanno svegliare con gli occhi lucidi.

Ti voglio bene.