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venerdì 27 gennaio 2017

Diversamente uguaglianza

Le assemblee d'istituto spesso sono solo un pretesto per perdere una giornata di lezioni, fare casino e tornare a casa presto. Tuttavia in molte scuole vengono "usate" per organizzare incontri mirati alla crescita etica e sociale degli alunni stessi, un modo per imparare in maniera diversa dal solito.
Ed è il concetto di "diverso" che oggi era al centro del dibattito organizzato a scuola. La mentalità di molti, specie nei paesini, è ancora chiusa e avversa nei confronti di chi è diverso, sia per razza o religione, sia anche solo perchè portatore di qualche handicap.
In un incontro con i ragazzi a scuola.
Tutto era pronto: proiettore, amplificazione, alunni rumorosi e indisciplinati; mancava solo la relatrice. Con mia sorpresa non si trattava di una signora anziana, ma di una giovane ragazza dagli occhi vispi che portava con se la voglia di far vedere al mondo che non esistono limiti se non quelli che la nostra mente ci vuole imporre.
Dopo la proiezione di due cortometraggi ["InContro - una passeggiata in corto" e "La mia coscienza" che vi invito a visionare su YouTube, ndr] da lei diretti (in uno era anche attrice) ed un dibattito purtroppo quasi inesistente, dato che gli alunni avevano iniziato a pensare ai fatti propri, decido di intervistarla per il nostro blog.

Ciao Serena, ti andrebbe di presentarti ai lettori di GenericaMente?
Certamente, mi chiamo Serena ho 26 anni, sono laureata in cienze politiche ma sono una politologa mancata perchè faccio la regista. Sono la presidente di "Impavidi Destini" un'associazione di volontariato che si occupa di tutelare i disabili. Sono tra i peer educator del progetto "abbatti tabù - sesso e affettività nelle persone con disabilità. Sono anche disabile motoria dalla nascita ma questo è solo un piccolo dettaglio. 

Sul set di "La mia coscienza"
Beh, non l'hai detto esplicitamente ma da quello che hai scritto emerge un altro tuo particolare: una grandissima grinta e voglia di fare! Come è nata l'idea di questa tua associazione? 
Per la grinta non lo so, preferisco far parlare gli altri, l'unica cosa che posso dire è che il mio motto è "spara a zero sui tuoi limiti" perché è vero nei confronti della disabilità c'è ancora tanto da fare, la gente a volte è incivile o si dimostra insensibile ma è anche vero che la vita cambia se c'è chi la cambia. Sta a noi in primis fare il grosso per integrarci. Impavidi Destini l'aveva creata Vito Stefano Ladisa, un ragazzo disabile, scomparso prematuramente, con il sogno di creare un movimento nazionale che si occupasse dei diritti dei disabili; questo movimento è nato all'interno di CasaPound. Quando ci ha lasciati non me la sono sentita di far svanire il suo sogno e ho preso in mano Impavidi Destini facendola diventare un'associazione di volontariato riconosciuta. C'è ancora tanto da fare e apro le porte a chiunque voglia darci una mano, meglio se ragazzi e ragazze giovani con tanta voglia di fare. 

Ci puoi dire cosa avete già realizzato/ quali traguardi avete raggiunto?
Noi ci occupiamo di disabilità a 360 grandi; siamo riusciti a volte a far mettere degli scivoli dove mancavano (potete vedere sulla pagina Facebook "Impavidi Destini Italia"). Abbiamo cercato di sensibilizzare sull'importanza degli insegnanti di sostegno e OSS nelle scuole mettendo degli striscioni in tutta Italia. Purtroppo però non dipende solo da noi.
Dal 2014 portiamo avanti una battaglia sulle sessualità e affettività dei disabili; si tratta più di una rivoluzione culturale. Sono felice quando mi invitano per parlarne specialmente quando sono dei giovani a contattarmi per chiedermi di andare a parlare nelle scuole. Credo molto nella Scuola come luogo di formazione di uomini e donne del domani e poi di nozioni tecniche; spesso però i docenti sono più impegnati ad andare avanti "con il programma".

Professori, brutta razza...
Alcuni sono simpatici e te li porti nel cuore per tutta la vita altri te li ricordi come incubo.

Hai detto prima che molta gente ancora si comporti nei confronti della disabilità con dei gravi limiti mentali e retaggi culturali obsoleti. Ti è mai capitato di essere "vittima" di questi comportamenti? E come ti sei sentita e hai reagito? 
Si, lo sono stata più volte ma non ho mai reagito da vittima. Ho sempre affrontato le situazioni facendo fare anche qualche figura di cacca al "malcapitato" anche se solitamente preferisco l'arma dell'ironia. Ogni giorno incontro qualche testa di capra che parcheggia su scivoli per disabili e parcheggi per disabili: li mi arrabbio ma se mi capita il proprietario se lo ricorda. Altre volte invece è successo che per chiedere qualcosa a me si rivolgessero al mio accompagnatore, del tipo "può bere un bicchiere di vino?" e io rispondevo "certo, odio gli astemi". Oppure in esperienze di tirocinio in cui si vedevano i responsabili pensare (a volte anche ad alta voce) "e mo quista a du la mintu?", io cercavo di andar loro incontro ed aiutarli nel loro handicap cercando di proporre mansioni che potevo svolgere tranquillamente.


Quale è il consiglio che senti di dare a tutti per approcciarsi nel modo migliore (o quantomeno meno sbagliato) con chi presenta un qualsiasi tipo di handicap?
Di approcciarsi in modo spontaneo come si farebbe con qualsiasi altra persona. Ciò che invece è assolutamente vietato è approcciarsi con buonismo o peggio ancora pietismo.

Mentre cosa diresti a chi è affetto da un qualsiasi tipo di handicap? 
Il consiglio che mi sento di dare è di non piangersi addosso e di non prendersela con il mondo perché la vita cambia se c'è chi la cambia e il mio motto è "spara a zero suoi tuoi limiti".

Ti ringraziamo per la disponibilità augurandoti il meglio sia per te che per tutto ciò che fai. Lasci un saluto ai nostri lettori?
Ringrazio lo staff di GenericaMente per la disponibilità e per aver voluto dare spazio a me e alla mia associazione nel blog.
Per i lettori, continuate a leggere il blog e spero che questa intervista sia stata una piacevole lettura e non una noia mortale. Grazie e a presto!

Spara a zero sui tuoi limiti

Foto per gentile concessione di Serena Grasso