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giovedì 29 settembre 2016

L'albero maestro

Molte volte ci perdiamo tra mille impegni e mille svaghi che la società ci impone, delle volte in maniera veramente subdola.
La gente corre sempre, non si ferma mai, quasi come se non potesse farne a meno.
Viviamo sotto dogmi dettati da altre persone che a loro volta ne hanno subiti altri e via via ancora ed ancora, di generazione in generazione.
Una volta mi domandarono: "cosa vuoi fare da grande?" e senza manco pensarci "l'astronauta" risposi. Poi, sempre una corsa... Finite le medie e le superiori mi son ritrovato subito a scegliere un percorso di vita. Percorsi di vita dettati e segnati da altri, tuttavia li facciamo nostri, quasi originali (o almeno così si crede).
Viviamo troppo schematizzati, senza quel memento audere semper, e si vedono troppi giovani tristi e delusi da un sistema che molti non soddisfa... e non solo giovani!
Non esiste più il "che t'importa di cosa dice la gente!" di Feynman, fisico premio Nobel di grande fama e di grande animo, ma esiste il "devo fare questo , questo e quest'altro, me lo hanno consigliato, l'ho visto in TV e si trova lavoro!".
Il futuro è ignoto, lo scegliamo noi anche se delle volte è lui a scegliere come lo dobbiamo vivere.
Ma vedo troppe persone essere ciò che realmente non sono e voi vi domanderete "come fai a capirlo?"; cari lettori basta osservare le persone per comprendere se siano felici; ma osservare è un'arte e si perfeziona con il tempo. Lo sguardo, il modo in cui parla di ciò che si fa, i sogni, i sorrisi, gli occhi... tanti segni che il nostro inconscio e mondo invia all'esterno, ai quali un attento osservatore non può dire no.
Continuo a vedere persone non soddisfatte di ciò che fanno, compagni di corso infelici per ciò che studiano e leggo tanti tanti forum e giornali che citano un sistema che non va, trentenni che si lamentano del lavoro che fanno.
Forse il problema è che dovremmo imparare dalla natura e so già che qui non tutti capiranno.
Viviamo grazie a tanti fattori che si uniscono in una sublime alchimia.
L'albero è uno di questi, difatti gioca un importantissimo ruolo con la fotosintesi clorofilliana. Ecco, dovremmo imparare dagli alberi, loro sono fermi (in senso relativo), crescono e muovono le radici sotto terra per stabilizzarsi meglio; quando il vento cambia resistono, a volte di più ed altre volte meno, venendo sradicati o danneggiati; quando arriva l'inverno perdono le foglie, in primavera fioriscono e poi via con i frutti e di nuovo ricadono per poi rialzarsi... Ma l'albero continua a vivere ascoltando se stesso, continua a vivere mantenendo un'identità da tutto ciò che lo circonda, continua a vivere affrontando il tempo ed il mondo, continua a vivere e quando muore,  muore in silenzio lasciando un segno.
L'uomo può apprendere tanto da un albero, un essere vivente che parla un suo linguaggio, quello naturale, quello dell'animo che da tanto abbiamo dimenticat ... Ci sono stati  uomini infatti che hanno lasciato delle radici, ma ultimamente noi così facendo, di questi tempi, lasceremo solo foglie che spariranno nel vento, per poi perdersi nell'infinito mare blu.

P.P

giovedì 22 settembre 2016

La promessa nella pioggia

Piove. 
Non che in questi giorni il cielo abbia fatto qualcosa di diverso, ma oggi piove in maniera differente dal solito. Non è più l'aria di pioggia che in estate mi riportava alla mente la mia fanciullezza, in quei giorni a cavallo tra la fine delle vacanze e l'inizio della scuola, e non è nemmeno quella pioggia invernale che sembra ti bagni fin dentro le ossa anche stando dentro casa. 
Piove. 
Una dopo l'altra le piccole gocce finiscono ora sull'asfalto, ora sui muri delle case o infine sulle finestre, scandendo con il loro ritmo regolare il passare del tempo che, stanco, sembra trascinarsi via.
Piove.
I miei pensieri sono gli unici che possono vagare asciutti e superare le grigie nuvole gravide di grondante acqua; corrono lesti e mi portano in un istante in riva al mare dove già sento i piedi sprofondare nella calda sabbia; mi manca l'odore della salsedine che mi impregna la pelle. Ma quanto è bello il mare? Si starebbe ore ad osservare la sua immensità. Un forte tuono mi riporta fulmineo alla realtà. 
Piove. 
Continuo a camminare tenendomi stretto i miei pensieri; lungo la strada incontro varia gente nascosta sotto ombrelli appesantiti dalla pioggia. Non uno sguardo, non una parola, solo la fretta di tornare all'asciutto.
Piove. 
Di persona in persona spero di incrociare i tuoi occhi:
“ciao!”
“ciao, da quanto tempo!”
“già, e non so com’è, ma quando ti incontro è come se fosse passato solo un giorno dall'ultima volta”
“vero! E tu sei meravigliosa come sempre!”
Nei suoi occhi il profumo del mare, sulle sue labbra il sorriso del cielo, il suo corpo morbido e sinuoso era un fuoco ardente di passione. Che voglia di baciarla. Un bacio rubato, un bacio infinito… E sento un incendio invadermi le vene ed un caldo tepore sul mio viso. Mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti sotto quel balcone cui avevo trovato riparo: pensavo a te, e all'improvviso, non piove più. 




giovedì 15 settembre 2016

Viaggi speciali

Cari lettori e lettrici,

oggi non parliamo di città da visitare, musei, spiagge, mete lontane o vicine.

Ci sono viaggi ancora più belli, viaggi che non si programmano. Iniziano senza preavviso e ti ritrovi a bordo di un aereo, seduto accanto al finestrino, cintura allacciata e destinazione sconosciuta. E non ascolti le norme di sicurezza, non te ne importa nulla in quel momento. Si decolla, l’aereo sale e una sensazione di pressione al torace ti assale. E pensi: “Wow, come mi sento bene!”.
Attraversi le nuvole e le superi e ti accorgi che appaiono diverse viste dall’alto, più belle direi. Il viso preme sul finestrino e gli occhi quasi non si staccano perché vedi paesaggi che solo da lassù puoi ammirare nella loro massima bellezza. E può essere un lembo di terra o un oceano sterminato, tutto è molto più bello e speciale. Poi alzi lo sguardo e ti accorgi che le stelle appaiono meno piccole e più vicine. E durante tutto ciò, non senti nessuna perturbazione nonostante l’aereo passi attraverso una tempesta di vento.
Poi, però, come in ogni viaggio, a un certo punto bisogna atterrare. Si scende e, una volta a terra, la destinazione diventa chiara, ma, soprattutto, il viaggio è finito.

A quel punto ti tornano alla mente gli altri voli da prendere, quelli programmati e con destinazione nota. Magari quei voli su compagnie low cost, con hostess che cercano di venderti gadget e dulcis in fundo la musichetta all’atterraggio con tanto di applauso.

E così pensi a quanto sia stato bello prendere quel volo, a quanto vorresti essere ancora lassù e sentirti ancora perso tra le nuvole.

Deg



















lunedì 5 settembre 2016

Trekking tra le stelle e i gigli di mare

Giglio di mare
Scappare dalla routine di una sera di fine agosto si può e non è nemmeno troppo difficile: basta un gruppetto di amici e si lascia Lecce e la festa di Sant'Oronzo per dirigerci sulla Costa Merlata per un'escursione notturna tra i gigli di mare e le stelle.
Arrivati sul posto previsto per l'incontro troviamo ad aspettarci Enzo, la nostra guida. Ci spiega che fa parte di un'associazione, i Millenari di Puglia, che già da tre anni si occupa di organizzare escursioni alla scoperta degli ulivi millenari (e più particolari) presenti sul nostro territorio, per poi inserirli come tappa delle escursioni, a piedi o in bici, che organizzano. Per essere sempre informati sulle prossime "gite" tra grotte e campagne, vi consigliamo di dare uno sguardo al loro sito.

Ecco come (non) vestirsi per fare trekking!!
L'escursione di stasera aveva l'obiettivo di far conoscere un luogo non turistico ma molto suggestivo come Torre Pozzelle. È un'area costiera ancora selvaggia e incontaminata anche per la sua particolare conformazione: non è una lunga distesa di sabbia ma alla scogliera si alternano tante piccole calette che se viste dall'alto sembrano tanti merletti.
La filosofia delle escursioni notturne è quella di sfruttare al meglio anche gli altri sensi, in particolare l'olfatto, per sentirsi così parte integrante della natura.
Il gruppo di stasera è abbastanza eterogeneo: dai trekker esperti ai camminatori improvvisati, fino anche a chi in camicia e mocassini sembrava volesse venderci qualche aspirapolvere!
Date le ultime raccomandazioni, ci incamminiamo verso la prima tappa: Torre Pozzelle.
È una torre costiera del 1567 nata come torre di avvistamento nel periodo delle invasioni ottomane; fino al '700 era stabilmente abitata da due militari che ne coltivavano il terreno circostante. In caso di avvistamento, i militari avvisavano le postazioni limitrofe per poi scappare alla fortezza più vicina per prepararsi all'assedio. Il nome "Pozzelle" deriva dai "puzziteddri", pozzi artesiani di cui la zona o è ricca.

Torre Pozzelle

Dopo aver fatto qualche foto ed aver accecato il gruppo con il mio torcione, ci spostiamo verso la prima caletta attraverso la vegetazione della duna costiera. La biodiversità della flora locale è elevata, basta pensare che nel praticello lì vicino crescono ben 15 diverse specie di orchidee (tra cui l'Ophrys apulica, specie endemica): i loro fiori si possono osservare in aprile e poiché si tratta di una specie protetta ne è vietata la raccolta.
Il mirto e il lentisco rappresentano le specie tipiche di questo areale, assieme al timo selvatico che cresce in cespugli dalla tipica forma a cuscino e che in questa sera umida rilasciava nell'aria un intenso profumo. Dalle bacche del lentisco veniva estratto l'olio usato per le lampade. A questi arbusti si alternavano anche le spinose ginestre, che in primavera si presentano con foglie verdi e fiori gialli, e il ginepro. Di quest'ultimo si possono trovare due varietà: il "fenicio", dalle bacche color porpora, e il "coccolone", le cui bacche chiamate coccole sono azzurro verdastro.

Ginepro fenicio

Ginepro coccolone
Ginepro coccolone
Normalmente i ginepri crescono come grandi cespugli ma in una zona dopo la quarta caletta li possiamo osservare  in forma arborea grazie al fatto che qui sono riparati dal vento e nel corso dei decenni si sono potuti sviluppare in altezza; tra questi ginepri secolari trovano rifugio diversi animali tra cui donnole, faine, volpi ma anche tassi: di quest'ultimi, sempre più rari, si è trovata una tana attiva.





La macchia mediterranea poi si arricchisce anche di cespugli di lecci, che qui rappresentano l'unica forma di querce marittime.


Nella quarta caletta ci fermiamo ad osservare i detriti della Posidonia oceanica spiaggiata, all'interno dei quali è possibile trovare delle particolari strutture che a prima vista (oltre che per consistenza) potrebbero sembrare spugne ma che in realtà sono degli ammassi di uova di murice (un mollusco usato in antichità per tingere di rosso i tessuti). Non è raro trovare anche i gusci delle uova di condroitti quali razze e gattucci. Ci spostiamo infine verso la quinta caletta, la più grande, costeggiando una scogliera con numerosi anfratti e un tronco ivi incastrato portato a riva in seguito ad una mareggiata.

Ammasso di gusci di uova di murice




Prima di arrivare alla spiaggia di Santa Lucia troviamo la vera meraviglia della serata: una duna piena di gigli di mare dai fusti carnosi e dai fiori bianchissimi. Ci fermiamo ad osservare anche i loro semi custoditi in delle strutture molto particolari, simili a dei pezzettini di carbonella, che sono talmente leggere da volare col vento e galleggiare sull'acqua. La crescita di questi fiori è stata possibile grazie all'attenzione dell'amministrazione comunale che ha impedito qualsiasi traffico di automezzi su questo spazio di costa.



Semi di giglio di mare
Prima di tornare alle nostre auto ci siamo fermati in spiaggia ad osservare le stelle: l'assenza della luna ed il cielo terso ci hanno permesso di gustare il loro scintillio avendo come sottofondo il suono delle onde. Deneb, Vega, Altair, l'Orsa Maggiore e Cassiopea, senza negarci nemmeno la fortuna di vedere qualche stella cadente.


Il buon Marco osserva pensoso...
Nella strada verso il ritorno ci siamo imbattuti in altre meraviglie non previste: fossili di antiche conchiglie, ragni giganteschi che avevano intessuto la propria tela a strapiombo sul mare, alberi di fichi selvatici dai dolci frutti e rovi di more passite al sole di agosto con enormi cavallette sopra.






E poi ecco un prodigio: da sotto l'acqua ecco irradiarsi una luce intensa... Sarà qualche tesoro? O un magico essere degli abissi? No... È solo la torcia dei ragazzi accanto a me che maldestramente è scivolata loro di mano per tuffarsi nelle cristalline acque dell'Adriatico!

Il miracolo....
....una torcia cinese water-proof!!