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giovedì 10 dicembre 2020

Arrivederci, Diego, campione in eterno

In questi giorni ho visto (per la prima volta) un po' di giocate di Diego Armando Maradona e ho capito finalmente perché da molti è considerato il più forte calciatore della storia.
Già il ruolo che ricopriva probabilmente è il più affascinante nel gioco del calcio, il numero 10, il tuttocampista che riceve palla e decide cosa farne, mette in moto la squadra col suo genio fuori dal comune, serve assist deliziosi e finalizza, facendo sempre o quasi la scelta giusta, come se pensasse con i piedi e calciasse con gli occhi.

Ma in assoluto le immagini che più mi lasciano senza parole sono quelle in allenamento o nel riscaldamento; il rapporto speciale che aveva col pallone, credo di poter dire che per quella che è la mia conoscenza del calcio io non abbia mai visto nessun altro calciatore avere una tale confidenza col pallone... è come se è la palla tornasse da lui, tornasse sul suo ginocchio, sulle punte dei suoi piedi, sui tacchetti delle sue scarpe, sul suo petto o sulle sue spalle.
Eppure a vederlo non si direbbe, così basso e tozzo, con quelle gambe che nella piena maturità calcistica erano quasi sproporzionate rispetto al resto del corpo. 

Ma poi in campo diventava dio, stop che diventa dribbling, corsa sul fondo, rabona per la testa del compagno. 

E non ci dimentichiamo che nella sua esperienza a Napoli ha reso grandissima una squadra che sulla carta era di certo inferiore a tante altre, vincendo scudetti, coppe Italia e addiritttura una coppa UEFA. Un solo calciatore così determinante da trasformare i 10 intorno a lui e condurli verso la conquista di traguardi alla vigilia inimmaginabili.E a far gioire oltre ogni immaginazione un popolo fiero che mette il calcio sopra il sangue e sopra la fede, o allo stesso livello, perché fede e calcio da quelle parti lì si leggono allo stesso modo.

Ciao campione senza tempo, campione che hai saputo emozionarmi già solo guardandoti in spezzoni di video in quattro terzi.
Il campione e le gesta sportive che ti hanno contraddistinto ti hanno reso eterno, perché cosa è l'eternità, se non un ricordo che regala una emozione?
A D10 S

[Fabiano Frassanito] 



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