Succede esattamente ciò che state per leggere.
Ore 6:10
Partenza da casa mia dopo aver riesumato tutta l'attrezzatura da WWII poiché il meteo prevede temporali e armageddon.
Ore 6:11
Castimoni random e derisione dei tizi che a quest'ora corrono con l'ombrello e i pantaloncini corti.
Ore 6:25
Abbiamo fatto benzina, piove e abbiamo fame. Partono i primi dubbi esistenziali. Il sole non è ancora sorto e già ci chiediamo: "sarà stata una buona idea? Colazione strada facendo al primo autogrill per non perdere tempo? Non sarebbe meglio investire in un'attività basata sull'import-export di beni mobili con l'est Europa?".
Facce speranzose post colazione. |
Ore 7:32
Faccio scoprire ad Antonio per la prima volta la funzione di Alternate Frequences dell'autoradio. Al momento giusto direi perché stanno passando "My Sharona" ed ora ci sta di brutto! Il mare dal finestrino appare cupo ma almeno a Torre Canne non piove.
Ore 8:39
La radio prende male e cerco un CD tra quelli in dotazione nella maccina di Antonio. Appena apro il portadischi trovo due CD di Fiorella Mannoia, continuo a girare e trovo Gino Paoli, Renato Zero, compilation di TV Sorrisi & Canzoni e musica sacra. Manca solo di trovare Gigi D'Alessio ed era la fine. Questo comunque non gli ha evitato una caricata di pugni nonostante stesse guidando. Mi consolo con l'unico disco decente in quella selezione-depressione; disco che risale ad almeno 12 anni fa e che gli masterizzai io con della sana musica dance. Volevo allegare foto dello scempio che ho dovuto vedere ma anche il mio cellulare si è rifiutato.
Ore 9:02
Le saline |
Ore 9:20
Prima sosta importante: Piccolo Birrificio Indipendente Decimoprimo. Entriamo accolti da un meraviglioso profumo di malto e ci fermiamo a parlare con il Mastro Birraio (permettetemi ma lui è uno dei pochi che meritano il maiuscolo) che ha un poco di tempo da dedicarci dopo lo sparging. Facciamo il carico di birre, ci rimettiamo in macchina e continuiamo il nostro tragitto nelle paludi.
Ore 10:50
Dopo la terza colazione della mattinata sostiamo a fare spesa al Caseificio dei Pini.
Qui tutto è a base di latte di bufala. Lo scenario appena fuori dal caseificio è degno di un film horror: agguanto una busta di mozzarelle e la squarto a dentate per farne uscire il siero che come un liquido amniotico culla e protegge le bianche delizie; dopo il "parto" le afferriamo e ignorando le loro silenti urla di pietá le azzanniamo avidi e affamati finché il latte non forma un rivolo lungo il braccio! Che delizia e che bontà... Segue abluzione in mezzo alla strada.
Ore 11:30
Siamo ad un'ora dalla meta e già il passaggio diventa suggestivo: alla nostra sinistra i monti impetuosi, alla nostra destra il mare luccicante. Su di noi nuovoloni che per ora ancora ci graziano ma che comunque rendono caratteristico il tutto.
Ci fermiamo lungo la strada più di una volta per ammirare i paesaggi mozzafiato che il Gargano ci offre: bianche e altissime scoglere, grotte marine e spiagge nascoste. Per questo taccio e lascio che siano le immagini a parlare.
Arrivo a Vieste con il Pizzomunno in bella vista: un grosso monolite calcareo di 25 metri che mascolinamente sta eretto a guardia della spiaggia. Antonio si emoziona. Piove. Mi fermo in una salumeria e le parvenze del salumaio mi fanno intuire che sia il caso di domandargli un buon posto per pranzare. Col senno di poi scelta azzeccata, ci servono infatti delle ottime orate "di mare" (ci tengono a specificare). Purtroppo il maltempo non ci permette di visitare il centro storico con il duomo e il Castello. Vabbè, è la scusa per tornarci.
Il Pizzomunno, quella specie di scoglio che si erge nel mezzo della spiaggia. |
Dopo un Diplomatico e un gelato decente (stranamente è difficile trovarne uno che già alla vista non ti trasmette un senso di morte) ci rimettiamo in strada per il ritorno.
Ore 17:46
Ma tanto lunga era sta strada?!?
Ore 18
Pausa Kinder Bueno; mi è esploso all'ultimo morso regalando pure a me una medaglia al cioccolato.
Ore 18:20
Arriviamo al casello di Bari e ci sono solo le casse automatiche.
Metto fuori il rosario e inizio a pregare: Antonio cerca venti minuti la fessura per mettere il biglietto non vedendo l'enorme freccia verde lampeggiare indicandola. Io, come è giusto che sia, piango dal ridere.
Ore 20:15
Finalmente torniamo in patria, sfatti ma contenti. Chiedo un commento a caldo al mio compare di viaggio che risponde: "peccato per la pioggia ma almeno ce la siamo spafata".
Amici miei, vado a collassare a letto (no, bugia, sto andando a sfondarmi con le cose buone che ho comprato oggi)... Alla prossima avventura!
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