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martedì 30 gennaio 2018

Il sentimento riscoperto: l'amicizia

  

Gli amici... Chi sono, ma soprattutto, cosa sono? spesso camminando per strada o in genere, ascoltando le persone, mi capita di sentire "ah si quello amico mio è" e frasi simili. Ma quanto veramente sappiamo e conosciamo di una persona, del suo trascorso, della sua indole, sensibilità e di tutto ciò che la rende unica nel suo genere?

Bisognerebbe usarla con cautela, la parola AMICO, perché dovrebbe esistere un'educazione comune a riguardo; l'amico non è colui con cui si gioca e basta, poi al momento del bisogno o altro sparisce; non è colui che ti travia su strade non tue, bensì colui che ascoltandoti ed ascoltandosi, ti accompagna sulla tua strada.
Non è quello che non chiede mai scusa perché ritiene di essere sempre in ragione, un buon amico per il bene di entrambe le parti sa come comportarsi, andando anche contro il suo stesso orgoglio.
Non è il disonesto, non agisce in malafede.

Potrei continuare per ore ma la verità è che, alla fine dei conti, molti di noi (come me) hanno diversi o tanti amici con cui scherzare, ridere e chiedere consigli, ma i veri amici quanti sono? Io personalmente li conto sul palmo di una mano.
Delle volte li evitiamo, perché non vogliamo ricordarci di chi siamo, ma loro rimangono lì in attesa di vederci, sentirci e... ascoltarci, mettendo la propria coscienza ed il nostro essere uomini (uomo e donna, sia ben inteso) al primo posto.

Spesso, ci ritroviamo con amici di vecchia data che però hanno preso strade differenti che ci rende difficile mantenere i contatti giornalmente con loro; però il senso di colpa è forte: come si può rompere o limitare un'amicizia che dura da decenni perché le vie ormai sono diverse e la stima viene a mancare? Tutte le volte che ci siamo stati l'uno per l'altro le si dimentica? Tutte le fesserie fatte assieme?

Bisogna avere coraggio, la forza di capirsi e di crescere anche se questo richiede rompere con determinate persone che hanno inciso sul nostro trascorso di vita; bisogna avere la forza di assaporare nuove pietanze, senza rimpiangere cosa si è mangiato prima.
Il cibo va a male, scade e non è detto che ciò che mangiamo per una vita, ad una certa età ci piaccia ancora.
Ci si ritroverà cosi improvvisamente sazi, ma prima o poi la fame tornerà ed ogni giorno si mangerà sempre di più.

A volte i dolori ritornano... ma tutto passa, basta avere pazienza, volontà e audacia; dobbiamo trovare quella forza che ci spinge ad andare avanti e a metterci in discussione, sempre, anche a rischio di fallire, affrontando il passato ed il cambiamento che il presente/futuro porta con sé.
D'altronde siamo nati per stare fermi o per essere dinamici e rischiare?

Non bisogna avere paura, sempre portando rispetto verso le persone, bisogna discernere tra i componenti delle nostre cerchie e capire chi vale (in termini di umanità) e chi no. Altrimenti ci si potrebbe ritrovare da soli, con un contorno di marionette che di noi non sanno niente.

Bisogna star bene con se stessi prima di poter stare bene con gli altri, non dimentichiamocelo.
E fa niente se viene detto che siamo egoisti, meglio egoisti per un periodo per poi poter dare il 100% alle persone che non riuscire a dare nulla e stare comunque male. Chi ci giudica, d'altronde, cosa sa di noi? E magari sono gli stessi AMICI a farlo.

Una buona giornata e serata a tutti voi, lettori del blog da Paolo alias "doc_pc" 

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