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martedì 23 agosto 2016

Steve McCurry: volti, paesaggi e storie in un click

Eh si, in data 16 Agosto alla fine ci sono andato! Era da diverso tempo che aspettavo di visitare una mostra di Steve McCurry... e se si ha la fortuna di averla in Salento, a Otranto, a quattro passi da casa, certe occasioni non si possono perdere!!
Trovato parcheggio presso un punto non proprio vicino il castello mi sono avviato per la meta cercando di trattenere le emozioni e immaginandomi che foto vi avrei trovato.
Per quanto io sia uno studente di Ingegneria dell'Informazione (triennale che raccoglie vari argomenti tra cui Informatica, Telecomunicazioni, Elettronica... Insomma, tutte materie molto fredde e poco emotive) ho una forte, indescrivibile, insaziabile passione per tutto ciò che è arte nelle sue varie forme.
Una volta arrivato al Castello Aragonese, ho pagato il biglietto ed ho iniziato ad avventurarmi presso le sale in cui vi erano esposte le foto del talentuoso fotoreporter.

Sono stato avvolto da una gioia indescrivibile... Tra le foto si poteva osservare di tutto, si spaziava dal volto di un ragazzo afghano, triste a sconfortato a volti multicolore di uomini indiani.

Si  da quanto ho notato, quest'artista adora giocare con i colori, le sfumature, le visioni e tutto ciò che è palpabile dall'occhio e dai sensi più accorti e fini; sono rimasto allo stesso modo colpito dalle immagini dell'undici Settembre, avvolgenti  e strazianti, ma al tempo stesso mastodontiche nella loro semplice e particolare rappresentazione.






Camminare presso quelle stanze è stato molto vivo, le persone si fermavano, discutevano riguardo la sua tecnica, la sua immagine ed io ero li ad ascoltare loro e ad ascoltare ciò che mi veniva trasmesso dalle immagini... E perché no, anche assaporare il gusto che mandavano.
Lo so, sembra strano... Come si può assaporare una foto?  A chi piace l'arte sa bene a cosa mi riferisco: quella sensazione, quel gusto che le opere sanno mandare...






Steve McCurry è nato negli USA nel 1950 in un paese nei pressi di Philadelphia.
È diventato famoso quando nel 1984, durante un viaggio in Pakistan, in un campo profughi di Peshawar, incontra una ragazzina tredicenne; ne rimase affascinato e decise di scattarle un ritratto; nessuno le chiese mai il nome e da quella foto venne ribattezzata "la ragazza Afghana".

Sharbat Gula, la "ragazza Afghana"
Da quel giorno la vita di Steve cambia, grazie a quella piccola profuga con gli occhi di un colore indescrivibile, che manifesta terrore e morte dell'anima, ma allo stesso tempo fa innamorare chiunque veda la sua foto. Sharbat Gula (questo il suo vero nome) non sa di essere famosa e continua la sua vita in povertà in una terra martoriata dalla guerra. L'anno successivo, era il giugno 1985, la sua foto divenne copertina del National Geographic mentre Steve, nel 1986, divenne membro della Magnum Photo Agency, la più prestigiosa agenzia di fotografi al mondo.
Steve ha sempre vivo il ricordo della ragazza afghana, fino a che, caduto il regime talebano, non decide di partire per il Paskistan alla ricerca della misteriosa ragazzina che le ha cambiato la vita. Dopo anni di ricerche e tentativi finalmente Steve McCurry incontra in un villaggio del Pakistan una donna che gli ricorda i suoi occhi, anche se non sono più gli stessi. Solo con l'analisi dell'iride grazie all'intervento dell'FBI, 17 anni dopo, Steve finalmente incontra Sharbat Gula, per tutto il mondo la ragazza Afgana.

Anche PierMastro avrebbe voluto essere un ritratto di Steve
 In una stanza del castello trasmettevano un documentario della National Geographic a riguardo; da quel documentario ho appreso una cosa nuova che condivido con voi: quella ragazza, ora donna sposata e madre, ha cambiato colore degli occhi: da verdi sono diventati più scuri. Mi sono domandato se questo fosse possibile e lo stesso autore della foto glielo ha chiesto; ebbene si, è possibile e ciò non è dovuto solo all'età  che avanza, ma anche a determinati fattori, da quanto ho sentito.






Alla fine me ne so uscito dal castello ricordando quei visi, quegli sguardi... Come se provassero a parlare... Dal ragazzo di Kabul armato di fucile in trincea, al padre indiano che abbraccia il figlio proteggendolo, ad una madre  che dormiva con il figlio sull'amaca con sotto un serpente, impregnando lo scatto di istinto di protezione materno.


Particolare


Spero di aver reso l'idea e vi invito ad andare a vedere queste preziose immagini dal vivo finchè la mostra resterà qui ad Otranto!!
Saluti dal vostro "P."

P.S.: Osservate l'arte, osservate il mondo, non chiudete gli occhi, non tappatevi le orecchie... Assaporate la vita in ogni sua parte, con rispetto e con modo: tutto assumerà un'aria diversa!




Commento tecnico: Steve McCurry utilizza da sempre come macchina fotografica una Nikon ed è stato l'ultimo fotografo ad utilizzare l'ultima pellicola di Kodak "Kodacrome 64" prodotta dalla famosa casa america prima della chiusura.
Inoltre, in seguito ad un incidente che gli ha invalidato il polso, Nikon ha costruito appositamente per lui una speciale impugnatura che gli consentì di continuare a fotografare senza problemi.

Ci riprova, ma nulla...
(Excursus sulla ragazza Afghana e commento tecnico ad opera di Davide de Matteis, articolo di P., foto scattate presso la mostra da Pier Mastro e MisterX)

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