L'ultima
trovata su Facebook, Twitter e altri social è "che ne sanno i 2000",
pagine e pagine cariche di nostalgia che con gli hashtag #machenesanno e #machenesannoi2000 condividono immagini di un decennio
magico, che ci siamo appena lasciato alle spalle ma che sentiamo maledettamente
distante e inafferrabile.
Tralasciando
il paradosso che nella maggior parte dei casi a condividere i post sono ragazzi
nati nel 1999, per me e per tutti i lettori nati negli anni 80, credo che il
decennio che va dal 1995 a 2005 sia stato un periodo davvero particolare,
oserei dire quasi storico, perché ha segnato la fine di un’epoca.
Non voglio star qui a parlarvi di
Commodore 64, Play Station 1, musica dance, cinepanettoni, biglie da mandare in
buca all’uscita di scuola, Beverly Hills e Power Ranger, scooby-doo intrecciati o a spirale, Nokia 3310 e
snake, mamma ho perso l’aereo, Sarabanda o la carta amici della TIM.
Ciò che veramente mi preme
condividere sono le emozioni e gli stati d’animo che noi adolescenti di quegli
anni abbiamo vissuto.
Il futuro era luminoso, non si
sentiva mai nominare la parola crisi. Alla domanda cosa farai da grande nessuno
rispondeva “spero di entrare nell’esercito”, tutti avevano un sogno ambizioso,
e nulla, ma proprio nulla, sembrava potesse ostacolarlo!
La musica dance era stupenda,
meravigliosa, ricordo con chiarezza che faceva quasi tremare. Ma pensandoci
bene non era la canzone in sé a far tremare, ma il ricordo che quell’ascolto
richiamava. Perché negli anni 2000 era d’obbligo uscire in comitiva la sera, si
viveva quasi esclusivamente in funzione del weekend, momento della settimana
per poter incontrare i propri amici. E nelle serate d’inverno era solito
ritrovarsi a casa di qualcuno a guardare un film e mangiare una pizza o
trasformare il vecchio garage nella più lussuosa delle discoteche e ritrovarsi
in pochi metri quadri a respirare boccate di libertà. La vita era intensa, ogni
momento aveva un sapore (e una canzone) speciale.
Per la gioia dei papà e delle mamme
oggi i ragazzini preferiscono lo smartphone allo scooter. Per noi lo scooter
era semplicemente tutto, perché il mare, le montagne o i campi in fiore ci
piaceva ammirarli con i nostri occhi, non su instagram. Con cinquemila lire di
benzina si conquistava il mondo.
Ogni sms era prezioso, se una ragazza
ti mandava il buongiorno, probabilmente le piacevi. Spesso il credito era
insufficiente, ma tra uno squillo e il 4888 si tirava avanti.
Le ricerche si svolgevano sulle
enciclopedie, poco immediate ma dal fascino inarrivabile. E poi era l’occasione
giusta per studiare insieme gli amici, dal momento che in pochi la possedevano.
L’accesso ad internet era solo per
scaricare qualcosa da emule, per il resto non serviva, tutto ciò di cui avevamo
bisogno era là fuori, bastava “cliccare” sulla maniglia della porta di ingresso.
I nati nel 2000 vivono in un mondo
ultratecnologico, immediato, dove chiunque può avere accesso a qualunque cosa e
si ha la sensazione di non essere mai soli (o di non essere mai in vera
compagnia). Che ne sanno i 2000 di quando il mondo era senza smartphone, senza
facebook e senza aggiornamenti in tempo reale e ciò nonostante si sognava ad
occhi aperti e si viveva affamati, folli, desiderosi di conoscere e,
soprattutto, felici.
E si aspettava l'estate per i 1000 sms della carta vacanze;i cd di musica con le copertine fatte a mano; i giochi masterizzati; Gigi d'Agostino.... bei tempi
RispondiElimina