Bene, quello
di cui mi accingo a scrivere in queste poche righe tratterà solo ed esclusivamente
di un ambito che, (ahinoi!), nasce
come profano, ludico, ma che inevitabilmente tende a tracimare per molti (forse
troppi) in qualcosa di profondamente importante, serioso, imprescindibile,
intoccabile, quasi mistico (ogni
riferimento a fatti, persone e juventini è puramente casuale!)… Sì, mi
riferisco al calcio!
Chi scrive
può definirsi da sempre un tifoso milanista. Tifoso, null’altro. Non ho
isterismi particolari per la mia squadra; non soffro di depressione post
sconfitta; non la innalzo né decanto quando non lo merita… (ogni
riferimento a fatti, persone o juventini è puramente casuale! 2); Insomma,
la definizione che mi si addice forse meglio sarebbe quella di sportivo, status in cui dovrebbero
trovarsi tutte le persone che hanno superato i vent’anni, ma che purtroppo sta
diventando, è diventata anzi oramai un’utopia (ogni riferimento a fatti, persone o juventini è puramente casuale! 3).
Ora, cosa
voglio dire su questa squadra che ha infiammato la mia infanzia, colorandola di
tante e tante gioie (e qualche amaro ricordo, ma quasi del tutto trascurabile!)?
Dico che
siamo alla frutta. Dico che la (gloriosa) società rossonera sembra essere oramai
alla deriva. Errori, orrori, gestione sbagliata di calciatori e non, scelte
azzardate, caos totale nei ruoli che contano (ma soprattutto, chi è che conta?).
Ma non mi
addentro più di tanto nei meandri tecnici della questione, anche perché non ne
ho le competenze specifiche.
La questione
la sposto su un piano direi più umano; trovo non si possa più parlare di una
grande società. E ciò che denuncio sono i comportamenti sbagliati e inopportuni
nei confronti di professionisti, non solo calciatori.
Un esempio
su tutti mi piace, anzi, spiace, sottolineare. Quello che mi ha colpito
maggiormente e che adduco peraltro come causa scatenante di quella che è l’attuale situazione negativa di questo
leggendario club. E mi riferisco alla “questione” Clarence Seedorf. Su questo mitico ex calciatore olandese ogni
aggettivo sarebbe non all’altezza. Parliamo di un fuoriclasse assoluto. Uno dei
miei miti calcistici di tutti i tempi.
Tanti e
tanti gli anni di onorata militanza rossonera come calciatore, giocate
storiche, goals da cineteca, carattere da vendere (credo sia stato l’unico
calciatore a non rilasciare interviste banali e melensi, al contrario di ogni
altro rappresentante della sua categoria)….. Un leader insomma, dentro e fuori
il campo da gioco. (E, ricordiamolo, l’unico calciatore ad aver vinto la
Champions League con tre squadre diverse: Ajax, Real Madrid e Milan (due
volte), per un totale di quattro coppe dalle grandi orecchie!).
Siamo nella
stagione calcistica 2013-2014: la società rossonera promette al campionissimo
che sostituirà sulla panchina della squadra l’attuale allenatore Massimiliano
Allegri, il quale, dopo aver portato il Milan allo scudetto nella stagione 2010/2011,
non riesce a ripetere i buoni risultati sino a li raggiunti.
Fin qui tutto lecito.
Cosa fa
infittire la trama del giallo allora?
Il fatto che
i vertici societari pensano bene di sostituire l’allenatore toscano già prima
della chiusura del campionato, proprio con Seedorf, “prelevandolo” di fatto dai
campi di calcio che calpestava, benissimo, con la squadra brasiliana del
Botafogo, club nel quale milita in quell’anno.
Possiamo
quindi dire che il nostro eroe accetta
di subentrare in corsa ad Allegri, precisamente il 16 gennaio 2014 , con l’ovvia
promessa, lo ripetiamo, di continuare ad allenare la squadra rossonera anche
l’anno successivo. Possiamo tranquillamente parlare di una sorta di “favore”
che Seedorf fa al
Milan, anticipando il suo insediamento a Milano.
Morale della
favola? Clarence Seedorf conclude la stagione calcistica portando a casa un
numero maggiore di punti rispetto al suo predecessore, sfiorando la
qualificazione in Europa League. Il tutto con una squadra, possiamo dirlo,
francamente senza pretese. Il Milan termina il campionato all’ottavo posto.
Facciamoci
ora due risate. Benché il neo allenatore olandese avesse firmato un contratto
fino al 30 giugno 2016, ed avesse fatto obiettivamente bene fino ad allora, il
Presidentissimo Silvio Berlusconi esonera Clarence Seedorf a fine stagione, non
onorando il contratto e, aspetto più deplorevole della vicenda, venendo meno
alla promessa fatta al campione (ricordiamo ancora una volta che Seedorf
avrebbe dovuto cominciare ad allenare il Milan l’anno seguente ma, per via dello
strettissimo rapporto esistente con la società rossonera, egli anticipa il suo
arrivo a Milano!).
Per la
serie, Una storia triste, Seedorf
termina la sua avventura da allenatore rossonero, possiamo dirlo, quasi ancora
prima di cominciarla (ultimo dettaglio, non da poco, il Milan ovviamente
continuerà a pagare il campione olandese fino a giugno 2014!).
Da lì,
l’oblio….. Una sequela di errori e risultati “amari” che oggi conosciamo.
Una vicenda,
quella di Seedorf, che non riesco sinceramente ancora a digerire e che ha
sancito la “rottura” tra me ed il Milan. Sì, perché da allora ho perso la stima
che avevo nei confronti di una società che ho sempre reputato seria e
competente. Giudizio che, ahimè, non posso riconfermare.
Con
l’augurio di tornare presto a rivedere una società vincente e seria, soprattutto,
ripeto, sul piano umano, concludo questo mio spazio, ringraziandovi per la necessaria
valvola di sfogo!
Non prima
però di porgere i miei più sentiti complimenti ad un allenatore italiano,
Claudio Ranieri, artefice del vero e proprio miracolo inglese col suo Leicester, da noi tutti oggi, giustamente,
acclamato!
Fulgido
esempio della fiaba che diventa realtà….. Calcio metafora della vita…..
Sembra sempre impossibile finché non viene realizzato (Nelson Mandela)
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