Veniamo al mondo e facciamo le nostre scelte. E le nostre
preferenze non riguardano solo il lavoro che ci piacerebbe svolgere, l’abito
che vorremmo indossare o l’auto che sogniamo di guidare. Le nostre scelte
riguardano anche le persone che decidiamo di far entrare nelle nostre vite.
Conoscenti, amici, compagni, mogli e mariti.
Persone che ci rapiscono per carisma, modo di fare e di
pensare, bellezza e fascino. Persone che sotto un certo punto di vista
ammiriamo, dalle quali ci piace attingere. Persone che ci cambiano.
Persone per le quali siamo disposti a rinunciare a parte del
nostro tempo e delle nostre risorse.
Persone che entrano nella nostra vita. Ma che nessuno potrà
garantirci ci resteranno per sempre.
Quindi veniamo al mondo e facciamo le nostre scelte. Che
riguardano praticamente tutto, eccetto una cosa: i nostri genitori, le nostre
mamme e i nostri papà (adottivi o biologici che siano).
Per loro spesso non siamo disposti a rinunciare proprio a
nulla. Anzi un divieto diventa un obiettivo, una sfida da portare a termine. Si
innesca una competizione per far prevalere la propria personalità. Sembra quasi
che si vogliano mettere costantemente le cose in chiaro, della serie “ti devo
la vita, ma me la cavo da solo!”. In alcuni casi poi, siamo persino disposti a
ripudiarli, a cacciarli fuori dalle nostre vite per inseguire chissà chi o
chissà che cosa.
Eppure una cosa è certa. Loro ci saranno PER SEMPRE.
Che paradosso l’animo umano.
Ci svegliamo al mattino e troviamo sulla tavola il latte,
già scaldato. Facciamo colazione e spesso scappiamo via lasciando tutto in
disordine eppure al nostro ritorno tutto è al proprio posto. Ci mettiamo a
tavola e il primo (e spesso unico) pensiero è capire se la pietanza è o meno di
nostro gradimento. Se un esame ci va male e la mamma ci regala un sorriso
pensiamo “bene, non si è arrabbiata, vado a giocare”. I nonni sono capricciosi
già da qualche anno, eppure non ce ne siamo mai accorti. La sera rientriamo
sempre più tardi, la luce nella camera matrimoniale è ancora accesa, qualcuno
non dome, ma non ci facciamo caso. In tutto questo c’è dietro una MAMMA che in
silenzio, senza fare rumore e senza prendere premi ci ama, dona coraggio e rende
le nostre vite semplici (anche se continuiamo a lamentarci). Forse non ci
abbiamo mai fatto caso, eppure è così.
Ci svegliamo al mattino e ci mettiamo a studiare, coltiviamo le nostre
passioni, andiamo a giocare a calcetto, usciamo in bici, ogni momento è buono
per un caffè con un amico. Abbiamo una macchina, ne pretendiamo una nuova. Ci
sono lavoretti in campagna, attrezzi da sistemare, un giardino da mettere in
ordine e non abbiamo la più pallida idea di tutto questo e se anche lo
sospettiamo, dura un attimo. Abbiamo sempre un portamonete in forma. E poi
abbiamo un PAPA’ che vediamo poco, perché lavora tutto il giorno, ordinario e
straordinario, o magari è fuori per mesi. Abbiamo un padre che anche quando
rientra è talmente stanco che a stento ci regala un sorriso e magari la
prendiamo anche male.
Se osserviamo la situazione da un punto di vista freddo e distaccato,
i nostri genitori sono i nostri primi dipendenti, fedeli e instancabili
lavoratori al nostro servizio. E in più senza retribuzione. Noi i datori,
spesso irrispettosi e menefreghisti.
I nostri genitori nel momento stesso in cui ci mettono al
mondo smettono di vivere la propria vita per rendere migliore quella di tutti
noi. E lo faranno PER SEMPRE, a prescindere da come li tratteremo.
Cari lettori, prendiamo coscienza di tutto questo. Facciamo tesoro
dei loro insegnamenti, aiutiamoli nelle “loro” faccende. Amiamoli almeno la
metà di quanto loro ci amano. E se all’improvviso avremo voglia di regalare
loro un abbraccio o un sorriso facciamolo pure, senza vergogna. In fondo stiamo
solo abbracciando gli unici esseri viventi al mondo che donerebbero persino la
vita, per noi.
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