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mercoledì 18 maggio 2016

Le cronache di Lenthindoen - Libro I, La guerra degli ordini - Capitolo: I guardiani

"Ed eccomi qui... la grotta viva" disse a bassa voce Duavhil.
Davanti a se si presentava  l'entrata di una grotta, completamente nera e non era per via del buio, ma proprio per caratteristica e riguardo quella grotta giravano tante voci:
chi diceva che il suo colore era dovuto ad una maledizione (difatti chiunque vi fosse entrato non vi avevamai più fatto ritorno),
chi era convinto fosse dovuto ai cattivi odori che arrivavano dall'interno della grotta e chi, ancora meglio, diceva fosse per non essere vista.
Eppure il suo nome era Grotta Viva, non Grotta Nera... perchè? 
Duavhil era un emfhoil, cioè nato dall'unione di un elfo ed un elementale, una razza rara e venerata da molte, nonchè una Lama di Dumhral, antico ordine nato per la difesa delle razze, anche per questo era stato scelto lui per quella missione.
Avvertì il vento frusciargli le orecchie e si avviò; mentre si avvicinava alla grotta diventò completamente bianco, la sua razza reagiva al nero.
Entrò e notò la presenza di numerose stanze, completamente cave e prive di qualsiasi traccia che potesse far pensare ad una grotta.
"Cos'è questo rumore?" pensò, mentre l'aria diventava più pesante; all'improvviso un grido fortissimo si udì dall'altra parte della grotta. Duavhil trattenne il fiato: "non può essere lei... Avlia.... no!". Iniziò a correre, la sua luce bianca si schiantava contro il nero della grotta, i suoi passi riempivano il vuoto, ma era costretto a fermarsi ogni cinquanta metri perché la grotta cambiava direzione costantemente .
"Maledizioneeeee!!!!!" tuonò con tutta la voce che aveva in circolo e la grotta inizio a tremare, il suo gridò era più forte di qualsiasi forma di magia nera vi fosse in quel posto. Prese la staffa, la puntò in alto, sbarrò gli occhi ed una luce immensa sgretolò tutte le pareti da li a trecento metri.
Ripose la staffa e vide in lontananza tre figure alte e snelle, si avvicinò a passo lento tenendo nella mano sinistra la staffa e la mano destra pronta sull'elsa della spada.
"COSA VUOI, VIAGGIATORE!?" gridarono le voci infernali all'unisono.
"Sono qui per riportare qualcosa che è di questo mondo", rispose Duavhil, "AH-AH-AH" risero le guardiane della grotta, ma la loro non era una risata era una condanna a morte e, mentre l'aria si faceva sempre più nera, soggiunsero: "NOI SIAMO QUI PER PROTEGGERE LA SESTA SACRA PIETRA, NON HAI VOLUTO DESISTERE ED ORA NOI TI UCCIDEREMO, VIAGGIATORE".
Duavhil sorrise, si fermò, ormai le vedeva.
Erano tre sorelle guardiane, nobili un tempo, ma ora corrotte dalla magia nera di Deumixon; attorno a loro aleggiava una sostanza eterea tra il grigio ed il nero ed erano armate diversamente: quella a destra aveva un martello gigante, quella a sinistra due lame a forma di serpente e quella al centro tanti anelli ed erano completamente nude e rivestite da un liquido nero sui seni e sulle cosce.
"Sorelle, cosa vi è successo? Una volta avreste aiutato un viaggiatore a capire la sua via; una volta non avreste fatto sparire il corpo di una Mistica che è venuta qui per un accordo" soggiunse; "NESSUN ACCORDO CON NOI! LA SACRA PIETRA VA PROTETTA DAI NEMICI DI DEUMIXON" e mentre lo dicevano, i loro occhi diventavano sempre più vitrei.
"Allora mi dispiace per voi! Credere che un essere lucente sia servitore del male significa che l'oblio..." si fermò un istante per poi tuonare: "REGNA NELLE VOSTRE MENTI E NEI VOSTRI CUORI!!" e dopo questo urlo, Duavhil prese la spada e la unì alla staffa: l'arma che ne usci era divina, sembrava la forma di un unicorno. Ormai,  aveva capito che il nero aveva offuscato le loro menti, continuare il discorso sarebbe stato futile con quelle guardiane.
All'improvviso, diventò di un bianco incandescente e gridò: "Ora assaggerete la punizione di Dumhral!" e si fiondò verso di loro!
Le tre sorelle si divisero: una attaccò da destra con il martello gigante, una da sinistra con le due lame a forma di serpente mentre l'altra si preparava a lanciare una sfera nera.
Il combattimento fu istantaneo, si vide solo un guizzo di luce e due sorelle caddero morte; la terza si ritrovava con la spada-staffa puntata alla gola.
"Chiedi perdono per aver accolto il nero", disse la lama di Dumharal e la guardiana rise; "l'hai voluto tu... LA LUCE NELL' OSCURITÀ... SEMPRE >> aggiunse Duavhil, chiuse gli occhi e gli passo delicatamente l'arma sulla gola e la guardiana cadde.
Si voltò di scatto. In fondo alla stanza giaceva il corpo di Avlia, la sua amata. Il suo viso era pallido, la prese in braccio: "Amore...ti riporterò in vita!".
Appena la sollevò scattarono centinaia di freccia verso i loro corpi e poi ....

Capitolo precedente: La Scelta

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